01 Ott

Lunedì 5 Ottobre il Banyuaiki Dojo Riparte!

Dopo la lunga pausa causata dall’emergenza Covid, finalmente ripartono le attività associative nel rispetto delle nuove condizioni di sicurezza.

Mai come in questo periodo sentiamo di consigliare la pratica dell’aikido, per ritrovare una centratura, un equilibrio e forma fisica che aiutano a recuperare forza, stabilità mentale e serenità che sono le condizioni necessarie per un benessere della mente e del corpo.

Si inizia lunedì 5 ottobre!

22 Mag

Quarantena con l’aikido

Il primo maggio, nel pieno della quarantena, abbiamo ricevuto questo articolo scritto da uno degli iscritti al Banyuaiki Dojo.

“Dove cresce il veleno cresce anche la cura.”
antico proverbio celtico

Due anni scarsi di pratica sono un tempo troppo breve per poter cogliere l’essenza dei principi dell’aikido, lo so bene. Chissà poi se basta una vita. Comunque fin dai primi allenamenti ho messo impegno per applicare almeno il primo dei principi, spostarsi dalla linea. Sul tatami, inizialmente, con non poca difficoltà. Dopo qualche mese ho iniziato a pensarci anche fuori dal tatami, provando a rileggere alcune situazioni personali passate: vicende lavorative, per esempio, nelle quali fare un passo di lato sarebbe stato più semplice e produttivo che non affrontare di petto persone e situazioni. Insomma una nuova prospettiva di osservazione e un’alternativa operativa non da poco. Ho preso un po’ di confidenza con l’idea di applicarlo e in questo tempo funestato dal Covid-19 spostarmi dalla linea mi è parsa spesso l’azione più opportuna. […continua…]

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02 Mag

attività a distanza del Banyuaiki Dojo in tempo di quarantena

Il Banyuaiki Dojo è attivo sin dall’inizio della quarantena con alcuni appuntamenti fissi:

  1. la meditazione di gruppo da remoto, senza video-chiamata, tre volte a settimana, nei giorni della pratica ordinaria (lunedì, mercoledì e venerdì ore 20:00);
  2. meditazione di gruppo da remoto in video chiamata su piattaforma Zoom, una volta a settimana (il sabato ore 10);
  3. un incontro di Dinamica Relazionale in video-chiamata (“teleDR”) su piattaforma Zoom, una volta a settimana (la domenica ore 16).

Sono stati inoltre prodotti e resi disponibili agli allievi alcuni video per agevolare la pratica soli individuale che hanno per oggetto:

  1. l’intero kokyu normalmente proposto al dojo:
    • Rokuon no kokyu nelle tre forme: con suono, metà con suono e metà con vibrazione mentale, solo con vibrazione mentale;
    • A-UN no kokyu;
    • Kokyu awase;
    • Kokyu-sō-ren;
    • 3 forme base di esercizi del ki-no-renma che il M° Tada ha definito particolarmente utili da eseguire ad ogni lezione;
    • esercizi vari di integrazione mente-corpo derivati dal ki-no-renma;
  2. l’intero Taiso proposto all’inizio di ogni lezione al dojo;
  3. esempi di uso del neribo;
  4. Ashi-sabaki, tutti come da didattica Aikikai d’Italia;
  5. Jo, bokken: esercizi vari.
02 Mag

supporto del gruppo DR nei tempi della pandemia

Quest’anno il Banyuaiki Dojo ha compiuto 15 anni e il lavoro di Dinamica Relazionale (DR) ne ha compiuti ben 10. Sebbene non sia stato ancora realizzato uno studio strutturato sugli effetti della Dinamica Relazionale, i risultati tangibili riscontrati e riferiti dai partecipanti consentono di affermare che la DR non solo sostiene il praticante nel suo percorso aikidoistico, ma, cosa forse più significativa, favorisce lo sviluppo di una maggiore consapevolezza di sé e dell’altro nella vita.Come abbiamo spiegato in diversi articoli e post, l’elemento fondamentale che unisce la DR e l’aikido è la trasformazione, la metabolizzazione, se vogliamo, del conflitto, inteso non solo nella dinamica attacco/difesa propria del confronto marziale, ma anche di tutto ciò che in noi, nella nostra esperienza pratica di vita reale, provoca attrito. La DR è infatti uno spazio riservato alla conoscenza di sé e delle relazioni con gli altri, uno strumento per aumentare la consapevolezza individuale e relazionale. Il confronto di gruppo non è certo prerogativa esclusiva delle psicoterapie, anche se qualcuno potrebbe pensare subito alla DR come ad una pratica psicoterapeutica di matrice sistemico-relazionale. La DR è un appuntamento di confronto fra praticanti di aikido e, nell’esperienza di chi vi partecipa da lungo tempo, promuove crescita personale e relazionale che si traducono in miglioramenti significativi della pratica dell’aikido, in particolar modo declinato nella forma del Tada-juku, l’insegnamento del Maestro Tada. Questo lavoro è stato pensato per svolgersi naturalmente “dal vivo” e dal vivo la DR si è effettivamente svolta per un decennio; la quarantena ci ha tuttavia costretti a ridefinire le modalità di incontro e, pur nella consapevolezza che il confronto possibile attraverso una piattaforma digitale è un surrogato del confronto in presenza, abbiamo salvaguardato l’opportunità di mantenere attivo il percorso di crescita soprattutto mentre siamo sottoposti ai disagi causati dalla pandemia covid-19. Abbiamo quindi superato ogni esitazione e la “teleDR”, in quarantena e a distanza, si è rivelata tanto efficace e importante da far svanire ogni perplessità e diventare, in modo spontaneo, un appuntamento settimanale invece che mensile, un momento ancor più decisivo di centratura, di riflessione, di lavoro, dedicato a custodire, per quanto possibile, il benessere interiore minacciato dalle circostanze contingenti. Dopo un mese e mezzo di teleDR, in questa giornata del primo maggio, il gruppo ha maturato una decisione forte, diremmo ambiziosa, quella di aprire le porte della DR ad altri, mettendo a disposizione, gratuitamente per questo mese – che sarà ancora fortemente condizionato dalla pandemia e dai suoi disagi – un incontro settimanale aperto a chiunque senta la necessità di portare le proprie difficoltà e il proprio vissuto a confronto con il gruppo, indipendentemente dalla pratica di aikido maturata. Chi lo desidera, quindi, chi immagina di poter trarre beneficio dal supporto di un gruppo che da anni lavora per trasformare il conflitto, la sofferenza e il disagio interiore e portare non solo sul tatami ma nella propria vita una crescente consapevolezza, può contare su di noi, partecipando, per questo mese di maggio, a sessioni settimanali gratuite di teleDR, pensate specificamente per l’emergenza che stiamo attraversando. Per contattarci e avere informazioni di dettaglio sulla pratica e sulle modalità di partecipazione è sufficiente mandare una email a Marco La Pera, marco@banyuaiki.it; sarete prontamente ricontattati.

27 Mar

il silenzio che cura

Chi ama l’aikido in questo periodo parla e agisce con grande cautela. Non utilizza frasi e aforismi di grandi maestri per dare una qualche parvenza di dignità a un disagio assolutamente personale che forse andrebbe visto, elaborato e risolto con un buon psicoterapeuta. Chi ama l’aikido in questi giorni di paure e mostri invisibili degni delle migliori fiabe per bambini si comporta da uomo: rimane in contatto con l’inevitabile disagio dato dal dover stare fermi, senza scaricare questo disagio su altri: persone intorno a lui in carne ed ossa o sul digitale. Chi ama l’aikido oggi soffre ma non lascia che questa sofferenza produca pensieri parole e azioni disturbate e disturbanti.
Chi veramente ama l’aikido è, in questo periodo, un punto di riferimento. Che abbia o meno un Ruolo Importante (come direbbe con le iniziali maiuscole il grande filosofo Winnie the Pooh) non importa.
Sa che c’è chi in questo momento è disperato. Disperato veramente non come nei film che poi tutto va bene.
Chi ama l’aikido oggi se parla crea silenzio e se rimane silenzioso lo fa in modo compassionevole. Il suo silenzio lo sente anche la galassia più lontana ora. Lo sente ogni bambino che ora non ha nessuno che possa accogliere il proprio pianto perché i grandi ora hanno Troppo Da Fare e devono-assolutamente-sentire-il-telegiornale.
Il silenzio del vero ricercatore dell’aiki ora è un oasi nel deserto. Che questo silenzio avvolga le sofferenza e lenisca i dolori più strazianti ovunque.

19 Mar

donazione a favore della Protezione Civile

Il Banyuaiki Dojo esprime profonda gratitudine nei confronti degli operatori del sistema sanitario, di quegli eroi tra medici, infermieri, ricercatori, e tutti coloro che sono impegnati ed esposti in prima linea per combattere questa pandemia. Sono la fiammella nel buio…stanno dando tutto, anche agli ottusi che, con parole e azioni scellerate, negando l’indubitabile emergenza, mettono a repentaglio la propria salute e quella di chi gli sta intorno.

Per dare un aiuto concreto, l’Associazione Culturale Aikido Banyuaiki Dojo Roma ha contribuito alla raccolta fondi della Protezione Civile.

È possibile donare tramite bonifico sia dall’Italia sia dall’estero attraverso le seguenti coordinate bancarie:

Banca Intesa Sanpaolo Spa
Filiale di Via del Corso, 226 – Roma
Intestato a Pres. Cons. Min. Dip. Prot. Civ.
IBAN: IT84Z0306905020100000066387
BIC: BCITITMM

Le donazioni ricevute saranno utilizzate per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, attrezzature medicali, ventilatori polmonari e ogni altro tipo di strumentazione al momento necessaria.

Uno dei princìpi cardine dell’aikido è l’unione delle forze. Che ognuno di noi possa modellare il proprio comportamento sull’esempio di abnegazione e dedizione dato da chi combatte contro il covid-19, per realizzare quell’unione di intenti che potrà portarci fuori da questa emergenza il più presto possibile.

10 Mar

lezioni sospese per emergenza coronavirus

A seguito dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm 4 marzo 2020; Dpcm 8 marzo 2020; Dpcm 9 marzo 2020), tutte le attività nel dojo dell’Associazione Culturale Aikido Banyuaiki Dojo Roma sono sospese quale misura di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

La sospensione sarà, in via precauzionale, fino al 3 aprile 2020 e comunque fino a nuovo avviso.

Gli insegnanti stanno definendo attività “in remoto” da proporre agli iscritti.

27 Feb

Passato, presente, futuro

Chi ha vissuto e praticato aikido in Giappone per un periodo di tempo significativo sa quanto sia stato importante e quanto lo abbia aiutato l’aver fatto esperienza dell’humus culturale dal quale l’aikido è nato per meglio comprendere alcuni aspetti della pratica.
Al giorno d’oggi è relativamente facile recarsi in Giappone – tempo e risorse permettendo naturalmente. Ma se torniamo per un attimo all’alba della sua diffusione in tutto il mondo non possiamo non provare un sentimento di gratitudine nei confronti dei pionieri non giapponesi di questa disciplina. Possiamo solo vagamente immaginare dai loro racconti l’enorme sforzo che devono aver compiuto. A loro il merito di aver per primi operato la prima, iniziale sgrossatura, la prima digestione e metabolizzazione di un qualcosa che, per quanto riguarda l’Italia dei primi anni sessanta, doveva essere non troppo dissimile a fantascienza applicata.
Mi raccontava uno di questi proto-aikidoisti di Roma, che per quanto si sforzasse di spiegare al padre che il Maestro Tada non era cinese ma giapponese, non c’era proprio verso, per il papà lui andava “dar cinese”! D’altra parte non dimentichiamo che il primo non giapponese ad essere allievo di O-Sensei fu l’italiano Salvatore Mergè, personaggio nel quale si fuse la pratica dell’aiki con un certo tipo di esoterismo di matrice occidentale.
Quanto tempo e quante cose sono successe da quei primi tentativi, quanto furore, quanta passione, e in alcuni casi quanto eroismo!
Intorno al Maestro Tada, e sotto le ali di un volo di pura magia, sono cresciute ormai più di una “generazione” di praticanti.
Lungo questa grande strada si faranno altri tentativi, si commetteranno inevitabilmente errori, che chi viene dopo potrà, se vorrà, utilizzare per la propria ricerca personale. Auguro a tutti noi praticanti di questa Via di attingere dal passato l’ispirazione, per vivere un presente pieno di intensità ed ampiezza, custodendo nel cuore l’aspirazione a conseguire ciò che di più alto cerchiamo. Se la ricerca sarà sincera, la tradizione sarà sempre viva perché sempre nuova. Buona pratica!

25 Feb

Trasformare il conflitto

Ci alleniamo quotidianamente anno dopo anno sul tatami e approfondiamo quei principi base che sono le radici del fare aiki. Acquisiamo con sempre maggiore profondità una padronanza del movimento e di quella attitudine mentale che ci permetterà di poter decidere liberamente la risoluzione del conflitto, simboleggiato dalle polarità tori/uke, attacco/difesa.

Nel dojo il lavoro è inevitabilmente relazionale e il conflitto, inteso come attacco da gestire, risolvere e superare, è insito nella natura stessa dell’allenamento. Sebbene il fine dell’allenamento non si limiti allo sviluppo di tecniche marziali, e un sistema di meditazione completo quale il Tada Juku ci permette di lavorare da subito su corpo, mente ed energia contemporaneamente, indubbiamente si parte dal corpo, si lavora sul corpo ed il nostro corpo sarà la pietra grezza da sgrossare lungo tutto il nostro percorso aikidoistico.

Ma quando vogliamo agire la trasposizione delle conoscenza acquisita nell’aikido, al livello della dinamica interpersonale ovvero in tutte quelle sfumature di rapporto che vanno dal sereno comunicare alla più violenta e prevaricante aggressione verbale, quegli stessi strumenti, quella conoscenza esperienziale che abbiamo con fatica fatto nostra sul tatami rimane spesso assopita, indisponibile, quasi introvabile, come se ci fosse il bisogno di un certo tipo di attivazione e di traduzione (nel senso etimologico di trans ducere) perché essa divenga utile, fruibile ed efficace anche ad un livello che è essenzialmente mentale ed emotivo.

Non è difficile, una volta acquisita una certa esperienza di pratica, intuire quali sono i blocchi, le tensioni, gli squilibri sui quali dobbiamo lavorare per perfezionarci nel fare aiki con il corpo. Con continuità e costanza, il processo di miglioramento tecnico è solitamente naturale: l’avanzamento è graduale ma è visibile e tangibile.

Miglioriamo dunque la tecnica progressivamente, e gli esami di passaggio di grado dovrebbero esserne la testimonianza. Ma a livello mentale/emotivo, nella gestione del conflitto nella vita di tutti i giorni fuori dal tatami, è così automatico e scontato un conseguente e parallelo miglioramento? La risposta è, semplicemente, no. Possiamo aver raggiunto il 6° dan di aikido, ma nella relazione con l’altro o anche nella gestione interna dell’inevitabile attrito che nasce dal gioco delle polarità di cui è composto l’esistente, è possibile essere rimasti un 6° kyu.

Vedere i blocchi, le tensioni non necessarie, e tutto ciò che limita la nostra capacità di esprimere noi stessi e di rimanere centrati e neutrali nel confronto con l’altro – ma anche con noi stessi – è uno degli scopi fondamentali della Dinamica Relazionale. Si tratta di un lavoro di gruppo che da un punto di vista metodologico ha molte assonanze con alcune moderne tecniche di psicoterapia di matrice sistemico-relazionale, specificamente pensato per funzionare in sinergia con la tradizionale pratica dell’aikido. È importante sottolineare che non si rivolge a persone con disturbi mentali: non è una psicoterapia di gruppo. È anche importante evidenziare il fatto che questo corso è assolutamente facoltativo: si può benissimo frequentare solamente il corso di aikido. E naturalmente non è un’alternativa al corso di aikido ma un lavoro che mira a completare la ricerca di sé includendo il piano psichico.

Il comune denominatore tra la lezione di aikido e la Dinamica Relazionale si chiama “trasformare il conflitto”. Il fine più elevato di entrambi questi ambiti è la ricerca personale, quel percorso interiore che mira ad aumentare la consapevolezza di sé e conseguire uno stato di maggiore benessere. L’antico “conoscere se stessi” è dunque la stella polare che orienta il lavoro sinergico di aikido e dinamica relazionale proposti dalla nostra Associazione.

17 Feb

Praticare da soli con il neribo 合気道の一人稽古で使用する練り棒

合気道多田宿の練り棒 Il neribo usato dagli allievi del Maestro Tada Hiroshi al Gessoji Dojo (Tokyo)

Il neribo è un valido ausilio alla pratica da soli, in giapponese 一人稽古 hitorigeiko. Il Maestro Tada, che ha dato il nome a questo “strumento”, ci spiega che ogni tecnica di aikido va praticata almeno 10,000 volte per una conoscenza base, e almeno 100,000 per divenirne esperti. E quindi giustamente osserva: si può anche praticare 100,000 volte ikkyo con un amico, ma deve essere invero un buon amico!! Decisamente più fruibile il nostro neribo: sempre disponibile e mai stanco!

Il neribo che suggeriamo di usare, è quello con caratteristiche simili al modello ideato dal M° Tada per i suoi allievi dei dojo collegati al Tadajuku. Naturalmente si possono creare neribo di diverse dimensioni, a seconda delle proprie preferenze e necessità . Il Maestro di fatto utilizza diverse “versioni”, tra cui una più piccola “da viaggio” che ha mostrato diverse volte nei seminari in Italia.

Il Maestro Tada illustra come usare il neribo in una lezione all’Hombu Dojo.

In questa tabella riassumiamo peso e dimensione del neribo “standard”.

lunghezza40,5 cm
diametro5,8 cm
peso968 gr
tipo legnoquercia bianca giapponese (Quercus myrsinifolia, in giapponese 白樫 Shirakashi) o quercia rossa giapponese (Quercus acuta, in giapponese 赤樫 Akagashi) *

* Sulla questione “quale tipo di legno scegliere” si potrebbe scrivere un libro. E’ un tema di cui parleremo in modo più approfondito in un articolo che uscirà prossimamente riguardo bokken, jo e tanto.

Nella foto, la smussatura del neribo.
Col tempo e con la pratica la superficie del neribo diventa sempre più liscia e più piacevole al tatto.